In un Aprile denso di concerti interessanti nei dintorni di Milano, non poteva essere trascurato il passaggio di una delle band più interessanti dell’ ondata powerpop-glamrock-garage-quellochecazzoè tanto in voga ultimamente: i Biters. Ok è un fottuto mercoledì sera e non sono un grandissimo fan del genere ma il quartetto di Atlanta non mi dispiace e mi incuriosisce parecchio, inoltre c’è la riunione dei cari amici Bumpkins, la presenza diventa obbligatoria.
Ad aprire le danze, tocca proprio ai Bumpkins (qui la recensione del loro primo album) in un Ligera pienissimo come nelle migliori occasioni. Rispetto al passato si presentano in formazione ridotta con una chitarra in meno… alla fine fanno punk rock, se n’è sentita la mancanza? Io dico di no. Peccato per i volumi, per il resto concerto onestissimo; hanno suonato quasi tutti i pezzi del loro disco d’esordio e i presenti hanno gradito la perfomance, me compreso.Rapido cambio di palco ed è il turno degli Sha-Rellies. Anzi fin troppo rapido! Esco per bere una biretta ed entro quando praticamente avevano già finito, faccio in tempo a sentire giusto le ultime due canzoni. Li avevo già visti mesi fa in apertura ai Giuda ma questa volta non mi sento di esprimere un giudizio, posso solo dire che fanno garage/rock and roll di “crampsiana” memoria, per gli amanti del genere è senza dubbio un gruppo da seguire.
Quando già iniziano i primi sbadigli in sala nonostante non sia tardissimo, è finalmente il turno dei Biters. Le file si compattano e cresce decisamente l’attenzione per seguire la performance degli americani. Beh, che dire… musicisti impeccabili (batterista pazzesco!), puliti, precisi e super-coordinati fin all’inverosimile tanto da darmi l’impressione, in alcuni momenti, di stare ad ascoltare il disco: per gli amanti del lato più zozzo del genere sarà stato sicuramente un limite.
Hanno suonato praticamente senza pause (punto a favore!) con brevissimi stacchi dove il cantante/chitarrista faceva notare, più volte, di avere la mano sinistra fasciata – ripetendo The Show Must Go On! (…su questo aspetto non mi pronuncio…). Tirando le somme devo dire che mi sono piaciuti.
Una volta che i miei pezzi preferiti sono stati eseguiti (Born To Cry, Breakin Your Heart Again, Oh Yeah, Melody For Lovers e Hallucination Generation ) e visto che alle 7 in punto mi aspetta una sveglia che fa più male di un calcio di Roberto Carlos nelle palle, qualche minuto prima delle fine del concerto chiamo ritirata e scappo verso casa, tutto sommato contento per un bel concerto infrasettimanale.
Live Report
The Ponches + The Fags + Porna & The Kokots – 16.02.2013 – Live @ Arci Blob ( Arcore, MB)
Arcore si sa, è tristemente nota per essere la residenza del Cavalier Silvio e del Bunga-Bunga, ma oltre a questo per fortuna c’è anche un bel Circolo Arci che spesso ospita concerti punk-rock interessanti; lo scorso sabato i Ponches son tornati da queste parti, un salto in Brianza è stato quindi d’obbligo.
Ad aprire la serata, i Porna & The Kokots, terzetto attivo oramai da qualche anno capitanati dal Pornacchione, vecchia conoscenza del punk rock italiano. Propongono un punk-rock molto grezzo e sporco stile primi The Queers, in alcuni passaggi mi ricordano anche i primissimi Black Flag, entrando in pratica nelle mie grazie. Come da copione, hanno fatto uno show breve ma intenso, interagendo spesso con il pubblico con numerose gag, battute e bestemmie graditissime ai presenti. Divertenti.
Rapido cambio di palco, ed è il turno dei The Fags un duo, basso + batteria, proveniente dalla Svizzera. Anche loro si aggirano su sonorità “alla Queers” ma con un approccio più melodico rispetto al gruppo del Porna. Onestamente non li conoscevo e non so se il fatto di suonare senza basso sia solo una situazione momentanea, ma a mio avviso è una scelta che li penalizza tantissimo, soprattutto dal vivo. I pezzi non sono affatto male, ma mi sono sembrati poco potenti… il punk rock è già un genere molto essenziale, se poi togli anche il basso… Da rivedere (ma con un bassista).
Giunge quindi il momento dei The Ponches. Il quartetto torinese si è dimostrato davvero in ottima forma, eseguendo moltissimi pezzi dell’ultimo album (ne abbiamo parlato qui), a memoria ricordo The 13th Round, Casablanca Café, Ferriera Beach, Korean Ships On The Horizon, Star War Inside Me ( con intrusione sul palco di Simo Riccobelli ), You Ain’t Seen Nothing Yet e The Long Goodbye: in pratica i pezzi migliori. Hanno eseguito anche un pezzo nuovo, che sembra promettere bene per il futuro della band.
Terminato il concerto, a differenza del Silvio-Nazionale per noi non è previsto alcun tipo di Bunga-Bunga, ma un djset/playlist del Cartonato di Giacomo. Dopo qualche chiacchierata, facciamo il nostro rientro a casa dopo una serata tutto sommato piacevole.
Caroline & The Treats + The Sensibles – 04.01.2013 – Live @ CSA Magazzino 47 (BS)
Ho dei ricordi piuttosto annebbiati dell’ultima volta che vidi Caroline & The Treats: era il Capodanno di due anni fa, ma soprattutto era la reunion delle Gambe Di Burro. Ricordo che fu una serata molto divertente e a dir poco delirante, chi c’era quella sera (fino alla fine) al Devil’s Den, saprà il perchè.
Da quel giorno in poi la giunonica Caroline è passata diversa volte in Italia, ma per un motivo o l’altro ho sempre paccato, questa volta invece accetto l’invito di MaxRozzo (“andiamo a vedere i Sensibles?“) e si va a Brescia, destinazione Magazzino 47.
Giunti alla meta, mi accorgo con enorme piacere che ci sono tantissime persone (mai come questa volta ho visto così tante donne a un concerto!!!) e questo contribuisce a mettermi senza dubbio di buon umore.
Giusto il tempo di salutare un po’ di gente e di spulciare i vari banchetti che salgono sul palco i The Sensibles. Purtroppo l’inizio non è dei migliori a causa dei volumi, soprattutto dei microfoni, a dir poco irritanti: la sensazione da fuori è che la voce di Stella sia quella di GG Allin, per fortuna l’incubo dura solo 2 canzoni e, rientrato tutto nella normalità, posso finalmente godermi il concerto.
I Sensibles in formazione oramai consolidata, non sono più una novità e chi ha avuto modo di vederli ( amici americani, la scorsa estate sono stati anche dalle vostre parti!) potrà solo confermare che sono una band molto interessante e che sa il fatto suo.
Hanno suonato praticamente tutti i pezzi della loro discografia più un paio di inediti che dovranno uscire nel prossimo futuro: voci di corridoio parlano di un possibile EP!
Hanno suonato la loro mezz’oretta in maniera egregia, mi sono piaciuti e tutti i presenti in generale hanno gradito: indici all’aria, piedi che andavano su e giù, e qualcuno ballava pure, insomma cosa si vuole di più?
Tempo di un rapido cambio di palco ed è il turno dei norvegesi.
Sorprendentemente mi accorgo che alla chitarra non c’è più Morten degli Yum Yums sostituito da un giovane ragazzo che se la porterà piuttosto bene. I pezzi del nuovo disco Saturday Night, Rock & Roll non li conosco, cerco quindi di stare attento il piú possibile per vedere se merita effettivamente l’acquisto. L’inizio a dire il vero non fa ben sperare, i primi pezzi eseguiti mi sembrano un po’ spenti, ma man mano che i norvegesi suonano, cresce il ritmo, l’atmosfera si riscalda e la gente inzia a ballare, cantare e interagire con Caroline creando proprio una bel clima di festa, trasformando quindi le mie perplessità iniziali in una gradevolissima sensazione di piacere. Tra un pezzo e l’altro, ne eseguono anche qualcuno del precedente album e Caroline, con tanto di tacchi a spillo, salta e sculetta come una forsennata mostrando in pieno anche le doti di ballerina. Tutto il pubblico, me compreso, gradisce la performance e dopo un’oretta (con tanto di “one more song”) Caroline & The Treats scendono dal palco anche loro ampiamente soddisfatti dell’ andamento della serata. Giro di saluti, un po’ di shopping al banchetto dei due gruppi e quindi si rientra a Milano felice e con 50 euro in meno in tasca.
Bella serata, bravi i The Sensibles brava Caroline & The Treats!
Teenage Bubblegums + Teenage Gluesniffers + Topper Harleys – 09.11.2012 – Live @ Arci Lo-Fi (MI)
Domenica sera. Freddo bestiale e tanta noia. Cosa c’è di meglio di un bel concerto dopo una abbuffata colossale alla fiera dell’artigianato?
Come nei migliori dei sogni, l’inizio del concerto è previsto tassativamente per le 21 in punto, solo che oltre a dimenticare la macchina fotografica (quindi niente foto della serata) arrivo clamorosamente in ritardo perdendomi il primo gruppo, i Topper Harleys.
Onestamente non li ho mai visti dal vivo e mi sarebbe piaciuto arrivare in tempo; SNAFU parla anche di un bel disco d’esordio, facendo aumentare quindi il mio rammarico.
Chiedo quindi a uno dei presenti di farmi un resoconto di quanto mi sono perso e mi scrive:
“ Posso dirti che avevano dei suoni ottimi e che hanno fatto una buona prestazione. Canzoni cantate un po’ da Manuel (voce monocorde, ma molto adatta al punkrock) e un po’ da Andre (voce a tratti troppo “epica”, ma non dissimile da quella di Luca Crummy Stuff). Ho riconosciuto una cover dei Chixdiggit, ma forse ne hanno fatte altre “
Mi fido ciecamente, mi rode il culo ancora di più.
Arrivo giusto in tempo per l’inizio dei Teenage Gluesniffers.
A differenza degli altri concerti al LO-FI, questa volta si suona nella saletta d’ingresso/bar.
Ed è la seconda scelta azzeccatissima da parte del buon Giacomo Sensible! Il pubblico non è numeroso, ma si riesce comunque a creare una buona atmosfera per i soliti pochi intimi, nonostante la funerea presenza di qualche becchino vagante per il locale.
Contro ogni aspettativa, anche l’acustica è incredibilmente buona, ci sono quindi tutti i presupposti per divertirsi, faccio in tempo a scegliere il mio angolino che i ragazzi aprono le danze.
I Teenage Gluesniffers, mi sono piaciuti di più rispetto le ultime volte. Senza fronzoli e senza perdite di tempo, hanno fatto il loro onesto show di una mezz’oretta circa, suonando quasi tutti i pezzi del mini-album uscito recentemente Chinese Demography (consiglio di ascoltarlo e di comprare la cassettina totalmente DIY, viva gli anni ’90!), più altri della restante discografia.
Cambio veloce di palco, giusto il tempo di una rapida birretta, ed è il turno dei Teenage Bubblegums.
Terza tappa di un mini-tour che si concluderà la prossima settimana al Monster Zero Mash, i 3 giovani forlivesi hanno fatto uno show praticamente senza pause, diviso in 3 grandi “blocchi”.
Hanno spaziato su tutta la discografia e in particolare sul nuovo album, a memoria ricordo 3 A.M, Cotton Candy, Night At The Movies, Come Back Home, che tra l’altro sono le mie preferite. Il soldato Ame Bumpkin mi fa notare anche una cover dei Beatles, ma onestamente non l’avevo riconosciuta.
Creando uno storico e piacevole precedente alle 23:10, il concerto è già terminato.
Bella prova anche per loro, non li vedevo da quando furono in tour la scorsa primavera con i 20 Belows: li ho trovati decisamente migliorati e in ottima forma.
Altra birretta, si scambia ancora qualche chiacchiera con i pochi presenti rimasti e dopo aver acquistato il disco dei TB (presto ne parleremo!) felice e contento rientro a casa.
Bravi tutti e viva i concerti che iniziano alle 21!
Devil Dogs – 03.11.2012 – Live @ El Sol (Madrid)
Insieme con mezzo New Jersey e lo stato di New York, l’uragano Sandy è stato capace di spazzare via anche i miei sogni di visitare la città natale dei Fast Four. Il piano B sulla carta era senza dubbio meno attrattivo, ma tutto sommato rifare un bel giretto per il centro-nord della Spagna non mi è dispiaciuto affatto.
E così, tra una passeggiata e l’altra lungo la Gran Via di Madrid mi è capitato di scorgere uno “strano” manifesto: DEVIL DOGS – g Live @ El Sol.
Ho subito pensato a un gruppo qualsiasi spagnolo che suonava nel classico pubbetto universitario e dico: “Sai, uno dei miei gruppi preferiti si chiama così, peccato che non suonino più, li adoro”.
Incuriosito dal fatto che il “gruppetto” in questione suonasse in uno dei club più importanti di Madrid, verifico al volo su internet e vedo che sono proprio una nuova formazione dei Devil Dogs riuniti di recente in formazione originale, meno il cantante: a quanto pare gli screzi tra Steve B. e Andy G. sono rimasti insanabili.
La formazione è quindi composta da: Steve Baise al basso/voce, Mike Mariconda (storico produttore del garage-punk) alla chitarra/cori e Joe Vincent alle pelli/cori.
Come un idiota, mi si stampa un sorriso sul volto e modificato l’itinerario di viaggio pianifichiamo un rientro anticipato a Madrid per poter assistere al concerto.
Superato lo shock per i 23 € del prezzo d’ingresso, entriamo nel club verso le 23:00: il locale è inspiegabilmente semi-vuoto, ma non appena il terzetto sale sul palco spuntano come le blatte i rockers iberici: la sala conta circa 100/120 presenze tra giovanotti e vecchie leve, probabilmente il prezzo decisamente elevato, soprattutto per gli standard spagnoli in questo periodo di forte crisi, ha frenato i meno entusiasti di questo tour/reunion.
L’inizio è subito una bomba: Stuck in 3rd Gear, Go On Girl, Don’t Do It, Dance With You.
Sinceramente per qualche secondo mi è passato per la mente di poter assistere a un concerto tipo ultimi-Misfits ma per fortuna mi sono sbagliato; ok che sostituire Andy G, soprattutto alla voce, non è facilissimo ma Crazy Steve fa il suo dovere egregiamente.
Tra l’altro credo sia uno dei migliori bassisti-cantanti che abbia visto dal vivo: preciso, pulitissimo e molto tecnico.
Spaziando per tutta la discografia del gruppo, i newyorkesi eseguono quasi tutte le hits e tra una chicca e l’altra eseguono Baby I’m A King, I Don’t Believe You, Once Around The Block, Pussywhipped, 6th Ave Local, Chinatown.
A metà concerto, hanno eseguito un presunto inedito, una semi-ballad intitolata Can’t Say No: a quanto pare qualcosa bolle in pentola, magari spunterà un nuovo 7”?
Dopo un’oretta di concerto con pochissime pause intervallate da qualche battuta di Steve e Joe c’è la prima pausa.
Dopo circa due minuti con il pubblico che inizia a richiamare i beniamini, i Devil Dogs si ripresentano sul palco ed eseguono altre 3 canzoni tra cui Long Gone a grandissima velocità.
Salutano e vanno nel backstage, mi fiondo quindi sul palco, e anticipando alla Materazzi uno spagnolo ubriaco marcio mi intasco – meritatamente per lo scatto – la setlist.
Ma quando tutto sembra finito dopo 5 minuti, inaspettatamente risalgono ancora sul palco.
Dopo qualche minuto passato per far funzionare l’amplificatore del basso apparentemente morto, i DD riprendono a suonare tre pezzi fuori scaletta, inclusa la cover di Burnin Love di Elvis.
Ho chiesto insistentemente anche la cover di Backstage, ma non sono stato preso in considerazione. Peccato.
Avrei voluto sentire anche So Young, ma va benissimo così, alla fine è stato una graditissima sorpresa potere vedere dal vivo una delle mie band preferite e mi ritengo ipersoddisfatto.
Unico neo della serata il banchetto: non c’era nemmeno un disco dei Devil Dogs, c’era qualche cd dei Los Chicos ( uno dei gruppi di Mariconda), ma niente che potesse interessarmi realmente.
Acquisto quindi la maglietta del tour, stacco un flyer della serata e mi dirigo verso l’uscita ampiamente soddisfatto.
Spero di rivederli presto da queste parti, magari se uscirà nuovo materiale ci sarà la possibilità di un nuovo tour che tocchi anche il Belpaese, nel frattempo incrociamo le dita ed esultiamo per il ritorno sui palchi della migliore garage-punk band di tutti i tempi!
Hard-Ons + Tough + Teenage Gluesniffers – 19.10.2012 – Live @ Arci Lo-Fi (MI)
Con qualche giorno di ritardo, mi appresto a scrivere un breve report sul recente passaggio a Milano degli australiani Hard-Ons. Definire cosa fanno è sempre stato un problema: punk-rock? pop-punk? hardcore?metal? ma chi se ne fotte! Spaccano i culi ed ero proprio curioso di vederli.
La capatina alla fine era d’obbligo soprattutto perché il posto è veramente a due passi da casa mia. La location è l’ Arci Lo-Fi, che negli ultimi anni si sta rivelando uno dei posti più interessanti per le ottime serate che sta organizzando.
Mi avvio quindi al concerto, inizio previsto per le 22:30 circa, come al mio solito arrivo un po’ in ritardo e preso da una chiacchierata fuori con qualche amico su quella che potrà essere la scaletta degli Hard-Ons, mi perdo l’inizio dei Teenage Gluesniffers.
Recentemente è uscito il loro nuovo album, Chinese Demography, che potete ascoltare qui.
Dentro il locale c’è già parecchia gente ma la maggior parte è interessata ai vari banchetti di dischi o a sorseggiare qualche birra, io mi posiziono davanti e seguo con interesse i pezzi. I ragazzi si divertono e anche io ascolto con piacere il concerto. Passata una mezz’oretta scarsa, tra una dedica e l’altra e l’esecuzione dei pezzi del nuovo album, scendono dal palco ed è il turno dei Tough, che non hanno bisogno certo di presentazioni, essendo una delle realtà più interessanti del Belpaese.
Li ho visti diverse volte e in diverse circostanze, ma secondo me, questa volta hanno proprio spaccato! Anche loro hanno suonato circa una mezz’oretta e, come i Ramones ordinano eseguono uno dopo l’altro i pezzi secondo me più belli della loro discografia come Daddy Beats Me, Ramones On My Stereo, Radio Pop, Blood And Candies, Beer Motherfucker,Wasted ecc ecc, c’è spazio anche per i pezzi dello split con gli Invalids, Claire degli Stinking Polecats, e il giusto tributo ai Ramones (l’esecuzione di Crummy Stuff è ormai un “classico” della band). Il pubblico sempre più numeroso gradisce l’esibizione: si canta, e gli indici alzati sono davvero tantissimi.
Sarà stata la scaletta tirata o il feeling che cresce sempre di più tra i ragazzi, ma questa è stata la volta che mi sono piaciuti di più in assoluto. Promossi a pienissimi voti!
Presto, entreranno in studio per la registrazione del nuovo album, a questo punto non ci resta che aspettare.
Scaldato, il pubblico adesso numerosissimo, è il momento degli Hard-Ons. Il pubblico attende, soprattutto nelle prime file, l’inizio del concerto.
Ci sono tantissime facce nuove e qualche “anzianotto” tornato giovane per l’occasione: tutto ciò conferma che molta gente si muove oramai solo quando ci sono i “nomi grossi”.
Salgono sul palco e iniziano a bomba, eseguono pezzi velocissimi al limite del trash-metal: assoli kilometrici, growl a go-go, basso super pompato e batteria che pesta di brutto. Mi sembra di vivere un’incubo e la conferma avviene quando vedo nelle prime file qualcuno che, anziché alzare l’indice al cielo, esegue il gesto delle corna. Brrr, brividi di freddo! Sono nel posto sbagliato!
Dietro di me qualcuno dice: “C’è poco da fare, il lato pop l’hanno abbandonato, oramai fanno questo!“.
Come non dargli ragione! Verso, metà concerto alleggeriscono i toni e spunta qualche pezzo più pop, come Sit Beside You: inizia quindi a stamparsi sul mio viso un sorriso ebete di purissimo gradimento.
Gli Hard-Ons, tentano di interagire con il pubblico, ma ben pochi capiscono le battute (Blackie che dà del cinese a Ray) e tra una metallata e l’altra spuntano i classici della band come Suck And Swallow o Think About You Every Day. Siparietto divertente a metà concerto: il pubblico chiede insistentemente Girl in the sweater, loro rispondono “Si, eccola, la facciamo adesso”, in realtà eseguono una metallata terrificante.
Verso fine concerto, quando l’ago della bilancia pende inesorabilmente verso il disappunto, gli Hard-Ons eseguono i pezzi che volevo sentire davvero come “Where Did She Come From?” e “Girl in the sweater”, equilibrando alla grande le metallate che ho faticato a digerire.
Finito il concerto tutto sommato soddisfatto, saluto rapidamente qualche amico e scappo di corsa a casa, visto il volo che mi attende da lì a poco. Con infinito disappunto sono costretto a saltare il rito del banchetto che si prospettava davvero interessante, spero ci sarà presto occassione per rifarsi.
PS: piccolo OFF-TOPIC, voglio esprimere la mia massima solidarietà al LO-FI, ad Hard-Staff e Vampata per quanto è successo al concerto dei MAD SIN.
Non esistono scuse e motivazioni valide per un gesto così ridicolo e irrispettoso verso i fan e gli organizzatori da parte di un gruppo che dovrebbe essere formato da professionisti.
Scendete dal piedistallo, per favore, manco foste i Beatles!